lunedì 1 marzo 2010

Movimento per la difesa dell'istruzione pubblica della Provincia di Sassari

Noi lavoratori della scuola della Provincia di Sassari,

a seguito dei forti tagli applicati alla nostra Regione e a tutte le realtà scolastiche italiane, abbiamo visto cancellati anni e anni di lavoro e competenze acquisite sul campo e subito la conseguente umiliazione del licenziamento, dopo aver coscienziosamente contribuito al funzionamento del sistema dell'istruzione pubblica. La realizzazione di un movimento organizzato su base provinciale nasce dall’esigenza di difendere il legittimo diritto al lavoro e la qualità della scuola pubblica. La nostra non è solo una battaglia per il diritto al lavoro, ma è anche, e soprattutto, una battaglia culturale per la difesa della scuola pubblica, intesa come diritto per tutti, strumento di promozione culturale e sociale e luogo di diffusione dei principi fondamentali della nostra Costituzione.

Intendiamo pertanto contrastare con la nostra azione il progetto di “riforma” della scuola pubblica all’interno del quale si collocano la legge 133/08, l’ art. 4 della legge 169/08 e il ddl Aprea, che mirano ad estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e aziendale, svilendo tutte le conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica e annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento democratico della scuola pubblica. Non è possibile esautorare in questo modo la scuola pubblica e creare un sistema dell'istruzione che aumenti sempre più la forbice sociale fra i cittadini più o meno abbienti, perché in questo si esplica, anche, il progetto attuale di riforma delle scuole superiori.

Affermiamo con forza che questa non è una riforma: le riforme determinano processi positivi di avanzamento democratico; quello del Governo è invece un progetto di vera e propria distruzione della scuola pubblica – malamente camuffato da operazione di risanamento del bilancio statale - che sarà portato avanti e realizzato attraverso interventi che non hanno alcun carattere progressivo, non rinnovano e non migliorano il percorso formativo degli studenti. Al contrario le misure adottate dal Governo rispondono ad una concezione astrattamente selettiva e non meritocratica della scuola, che non tiene conto delle diverse esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento delle nuove generazioni, non dà valore al confronto tra esperienze e culture diverse, reintroducendo elementi di conflittualità interetnica.

Sbandierati come “riqualificazione” del sistema scolastico, i tagli della legge 133/08 e tutti i provvedimenti con cui sono stati attuati non risolvono le contraddizioni che di certo sono presenti oggi nel sistema scolastico, ma si iscrivono in un processo di destrutturazione della scuola pubblica, che vuole impoverirla, dequalificarla nel confronto con la scuola privata e svuotarla dei suoi fondamenti democratici. Non possiamo più delegare ad altri il futuro della nostra scuola ed è giunto il momento di rimboccarsi le maniche e cominciare un lavoro profondo, lungo e faticoso. Perché se questo modo di concepire l’istruzione avrà la meglio, noi, quella parte di noi che crede in una scuola diversa sarà definitivamente sconfitta.

Denunciamo perciò non solo gli effetti devastanti della controriforma Gelmini nel mondo della scuola, con il drastico ridimensionamento del corpo docente e del personale ATA, l’aumento degli alunni per classe, la riduzione del tempo scuola, l’accorpamento delle classi di concorso, l’istituzione del maestro unico, il taglio degli insegnanti di sostegno, l'eliminazione delle ore a disposizione nelle scuole medie, la riduzione e l'eliminazione di molte materie nelle scuole superiori, ma anche le drammatiche ripercussioni del più grande licenziamento di massa dell'Italia repubblicana sul tessuto sociale, ed in particolare su quello delle regioni già duramente provate del meridione.

Reclamiamo la nostra dignità negata e ribadiamo il nostro dissenso ai contratti di disponibilità che anziché ridarci il nostro posto di lavoro offrono ad una ristrettissima fascia di lavoratori, poco più del 10% del totale, mansioni vaghe ed ultraflessibili, negativamente, in cambio di sottostipendi, aprendo così la strada a forme di lavoro parasubordinato anche all'interno della scuola pubblica.

Quattro mesi di scioperi e manifestazioni di piazza di tutti i tipi non hanno minimamente scalfito la determinazione del governo a proseguire nella sua opera di distruzione della scuola statale (l'unica veramente pubblica, che non fa distinzioni fra ricchi e poveri, fra figli di extracomunitari o italiani, e l’unica che tutela e che contemporaneamente si arricchisce della presenza degli alunni disabili).

Siamo oggi più che mai convinti che uno dei pochi strumenti rimasti nelle mani dei lavoratori della scuola contro l'arrogante sordità del governo siano le azioni di boicottaggio della burocrazia scolastica, come lo sciopero degli scrutini e della didattica. Azioni del genere richiedono l'appoggio degli studenti e il sostegno politico e tecnico dei sindacati, perciò riteniamo ormai indispensabile, partendo dalla nostra autonomia come movimento, proporre un'alleanza organica ai movimenti studenteschi e a quei sindacati che decideranno con ancora più forza e decisione di contrastare le politiche scolastiche del governo. Siamo tuttavia consapevoli che da solo un semplice accordo tra organizzazioni di categoria non può risolvere nulla; pertanto riteniamo indispensabile che i lavoratori della scuola partecipino alla costruzione di una piattaforma che, unificando tutte le lotte dei lavoratori precari e stabili (anch'essi ormai purtroppo sempre più precari a causa della crisi del sistema economico!) in un unico progetto di difesa dei diritti sociali, contribuisca a ricostruire la
consapevolezza della comune appartenenza al mondo del lavoro sotto attacco.


Le richieste del Coordinamento sono:

  1. l'immediato ritiro di tutti i provvedimenti in materia di istruzione e ricerca portati avanti dal Governo, compresi il decreto cosiddetto “salvaprecari” e la recente controriforma del sistema universitario;

  2. l'abolizione del tetto massimo di un insegnante di sostegno ogni due alunni diversamente abili su base provinciale e ripristino delle deroghe per l’ assegnazione di ore aggiuntive per casi di disabilità gravi (Legge 224/04);

  3. l'immediato ritiro del piano per l'impiego parasubordinato dei lavoratori della scuola licenziati;

  4. l'immediata utilizzazione di tutti i lavoratori della scuola inseriti nelle graduatorie su tutti i posti disponibili;

  5. l'istituzione di un piano triennale finalizzato alla progressiva immissione in ruolo di tutti lavoratori della scuola e la chiusura delle graduatorie ad esaurimento fino ad un loro reale termine;

  6. la realizzazione di un piano di edilizia scolastica che affronti la difficile situazione in cui sono costretti ad operare quotidianamente docenti e studenti;

  7. il ritiro dei finanziamenti statali, diretti e indiretti, alle scuole private, che sottraggono importanti risorse all'istruzione pubblica;

  8. la salvaguardia e tutela delle scuole delle piccole realtà locali;

  9. il rispetto della legge sulla sicurezza, di massimo 25 alunni per classe;

  10. l'impiego di consistenti risorse finanziarie per la progressiva messa in sicurezza degli edifici scolastici;

  11. l’obbligo del rispetto delle graduatorie ad esaurimento e della stipula di regolari contratti da docenti, come da Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, per le assunzioni nelle scuole paritarie;

  12. il rispetto della normativa europea in merito al potenziamento della seconda lingua straniera;

  13. la conduzione delle ore di “religione cattolica” a ore di “storia delle religioni”, con condizioni contrattuali dei docenti di tali materie uguali a quelle dei colleghi delle materie differenti.


In ragione dei danni gravi a carico del sistema dell'Istruzione locale, e nazionale, della situazione drammatica che ha causato la disoccupazione dei docenti "precari" e/o condizioni di lavoro inammissibili, che spesso vedono la mancata liquidazione dello stipendio da parte delle scuole, ledendo un diritto dei lavoratori, e non per colpa dei dirigenti ma per le esigue, o nulle, risorse date dal Ministero, della riduzione dell'offerta scolastica e della perdita di ore importanti di lezione, per l'eliminazione delle ore a disposizione nelle scuole medie, il Coordinamento dei Precari della Scuola della Provincia di Sassari

chiede,

per la giornata di giovedì 4 marzo alle 16, la riunione degli Stati Generali della Scuola della Provincia di Sassari, alla presenza del Presidente della Provincia di Sassari, dei sindaci della Provincia, dei dirigenti scolastici, dei sindacati, dei genitori, dei lavoratori della scuola, precari e di ruolo.


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