martedì 8 settembre 2009

il panzer gelmini

Il Ministro Gelmini, titolare di un dicastero, quello della scuola, tanto importante quanto svilito dalla classe politica di un paese cieco di fronte alla crescita culturale delle sue giovani generazioni, continua, sorda alle critiche e incurante delle forti manifestazioni di dissenso che già quest’ inverno hanno riempito le piazze, a portare avanti quella che impropriamente qualcuno si ostina a chiamare riforma. Perché, permettetecelo, a meno che non si vogliano vendere come illuminanti passi avanti per la scuola italiana “la conoscenza degli articoli della costituzione…, la valutazione del rendimento scolastico in decimi…, il nostalgico ritorno al maestro unico di deamicisiana memoria o, per finire, gli scolaretti in grembiulino…” [1], tutti i provvedimenti di Maria Stella Gelmini e del Ministro dell’economia Giulio Tremonti, appaiono dettati da bieche economie di bilancio, dalla necessità di fare cassa!

Una vera e propria mannaia si è dunque abbattuta sulla scuola pubblica italiana: sono ben 25000, tra docenti e personale ATA, i lavoratori che quest’anno non avranno uno straccio di contratto e fra questi 2500 sono i lavoratori della scuola sardi. Non appare certo necessaria una laurea in matematica per il calcolo immediato di una semplice proporzione: il 10% dei tagli si abbatte sulla Sardegna, su una realtà gia sfinita dalla cronica mancanza di lavoro. Con buona pace del “milione” di posti di lavoro ed in barba all’occhio di riguardo promesso durante la campagna elettorale dell’attuale presidente Cappellacci alla Provincia di Sardegna, da un premier innamorato dall’atollo selvaggio per le sue amene vacanze.

Questi i numeri dei tagli selvaggi operati per l’anno scolastico 2009-2010 nella nostra isola: sono 33 i posti in meno per i dirigenti scolastici, 374 i tagli alle scuole elementari, 677 alle scuole medie, 604 alle superiori, 3l0 gli insegnati di sostegno, 609 i tagli per il personale ATA. Tutti tagli questi ottenuti attraverso la chiusura delle scuole nei piccoli centri, che vengono così privati del più importante polo culturale e luogo di socializzazione e incontro, troppo spesso unica alternativa al “bar”; attraverso la formazione di classi sempre più numerose (spesso sino a 30 alunni per classe), con conseguenti disagi sia per la qualità della didattica, che per la sicurezza degli studenti.

Per far fronte a questo disastro noi precari della scuola della provincia di Sassari, autoconvocati in assemblea e costituiti in coordinamento, chiediamo:

  1. Abrogazione dei provvedimenti del Governo che hanno dato origine ai tagli, destrutturando la scuola pubblica.
  2. Ristabilire il tetto dei 25 alunni più 1 (prof per classe).
  3. Richiesta di avvalersi dello statuto speciale della Sardegna per bloccare l’inserimento degli aspiranti nelle graduatorie di coda, così come avvenuto in Sicilia.
  4. Mantenere le graduatorie ad esaurimento fino al reale esaurimento delle stesse e dunque garanzie reali sull’immissione in ruolo di tutto il personale precario.
  5. Tutela del multilinguismo attraverso il mantenimento dello studio di una seconda lingua comunitaria.
  6. Ripristino dei posti riservati ai docenti di sostegno.
  7. Le dimissioni del Ministro Gelmini.

Il coordinamento dei precari della scuola pubblica



[1] In riferimento agli articoli 1, 3, 4 del decreto legge n. 137 del 1 settembre 2008.

1 commento:

  1. Precari di padova solidali e in lotta con voi!!! Noi manifestiamo anche oggi e domani. Abbiamo aperto un blog: matiteresistenti.blogspot.com.
    Teniamo duro e continuiamo nella mobilitazione!

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