martedì 22 settembre 2009

Lettera aperta sullo stato della Scuola in Sardegna

Al Presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci
All’Assessore della Pubblica Istruzione Lucia Baire
Al capogruppo dell’ Idv Giommaria Uggias
Al capogruppo del Pdl Mario Diana
Al capogruppo del Pd Mario Bruno
Al capogruppo dell’Udc Roberto Capelli
Al capogruppo del Psd’az Giacomo Sanna
Al capogruppo dei Riformatori Pierpaolo Vargiu
Al capogruppo della Sinistra Sarda
Alla redazione dell’Unione Sarda
Alla redazione del Giornale di Sardegna
Alla redazione de La Nuova Sardegna
Alla redazione di Repubblica
Alla redazione del Corriere della Sera


Lettera aperta sullo stato della Scuola in Sardegna


Trecento scuole chiuse nei piccoli comuni, 2480 precari in tutta la Sardegna, classi sempre più numerose e studenti in situazione di disabilità abbandonati a se stessi. Tutto ciò in una regione in cui il tasso di abbandono scolastico è già elevatissimo.
I precari in agitazione osservano con preoccupazione il dibattito politico in corso in Consiglio Regionale, in cui si decideranno le sorti della scuola sarda. L’accordo Baire-Gelmini accetta in pieno la politica dei tagli e lascia alla Regione Sardegna l’onere, improprio, di tamponare l’emergenza del disservizio scolastico e dei licenziamenti, impiegando risorse già scarse. Dalle scuole arrivano notizie drammatiche relative allo stato degli alunni in situazione di disabilità, del mancato rispetto della continuità didattica, della cancellazione del tempo pieno e dell’educazione degli adulti e di casi gravissimi in cui le iscrizioni vengono respinte.
La soluzione accennata dal presidente Cappellacci e dall’assessore Baire di una “rimodulazione” dell’accordo Stato-Regione è inaccettabile perché non solo lascia inalterata la situazione attuale creata dai tagli, ma prefigura un quadro sempre più desolante per il futuro dei nostri ragazzi. L’accordo va respinto e non “rimodulato”.
È necessaria la riapertura della vertenza Stato-Regione che porti allo stanziamento di nuove risorse per la scuola per un reale miglioramento del servizio pubblico e non per arginare la politica distruttiva dei ministeri dell’istruzione e dell’economia. Il rischio è che le restanti risorse regionali vengano utilizzate per progetti dispendiosi ed inutili o per i corsi di obbligo formativo che hanno lucrato sulla dispersione scolastica, incrementandola invece di arginarla.
In questo momento di emergenza manca alla scuola sarda una legge regionale che tenga conto dei bisogni specifici di un territorio economicamente e culturalmente già sofferente.
Invitiamo il Consiglio Regionale a tutelare l’istruzione pubblica e a non cedere a compromessi lesivi per le famiglie sarde, gli studenti e i lavoratori della scuola. Il diritto allo studio è un diritto fondamentale a cui la Sardegna non vuole e non può rinunciare.


Comitato Precari Scuola Cagliari
Coordinamento Precari Scuola Oristano
Coordinamento Precari
Scuola Sassari

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